Nato nel 1964, durante il servizio di leva inizio ad appassionarmi ai linguaggi dell’arte, ma solo dopo il 1985 inizio a nutrire una particolare curiosità verso la pittura e la fotografia.
Il primo approccio è breve, smetto quasi subito di usare una vecchia fotocamera nel 1997, dopo aver sviluppato una ricerca personale attraverso pochissimi rullini bianco e nero; ricerca conclusa dopo qualche caricatore Polaroid e l’incontro con un fotografo icona del XX secolo (Mario Giacomelli).
Con l’arrivo degli smartphone ho ricominciato ad appassionarmi alla Fotografia, perché esso ha rappresentato la risposta a quanto non trovavo esprimibile con le apparecchiature reflex o classiche.
Inizio così a catturare immagini durante le conversazioni al telefono o attraverso il finestrino dell’auto; in pochi secondi elaboro l’immagine con una app direttamente sul posto, pur con tutti i limiti e le restrizioni del caso.
Uso lo smartphone perché la mia fotografia non vuole essere mai un resoconto del reale, ma un racconto improvviso, di getto, dettato dall’istinto delle mie percezioni che sorvegliano la mia anima.
Chiamo tutto questo "Fotoequivalenze” perché le immagini, prevalentemente realizzate nel corso di conversazioni telefoniche, sono figlie di quel poco di libero arbitrio oggigiorno esercitabile ed equivalgono al mio stato d’animo in rapporto con il mio “caos” interiore; tutto questo sempre esprimendo una ricerca metafisica non disgiunta da una sperimentazione estetica personale.
Nel 2019 il fotografo statunitense Larry Fink mi suggerisce di rivedere con attenzione il lavoro da me svolto fino a quel momento; la consapevolezza acquisita grazie ai suoi suggerimenti nel 2020 mi consente di far nascere il mio libro “Promenade, pathos ed ironia in costume”.
Nel 2021 Bruce Gilden seleziona le immagini del mio Promenade per affiancarle alle sue nel libro “Real people”, tributo alla sua carriera.
Carlo Traini
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