Sin da bambina ho sempre adorato disegnare, quasi da sentirne l'astinenza nei periodi in cui mi mancava il materiale per farlo e lo facevo come se fosse un flusso di coscienza... Ovvio che nella scelta del liceo optassi per quello artistico, credendo di trovare la dimensione adatta che finalmente mi facesse apprezzare la scuola e tutte le sue regole. Senza accorgermene subito, l'impiego così obbligato alla didattica lentamente ha smorzato in me quella che è una propulsione creativa spontanea. Inoltre l'esser andata via da una famiglia difficile a 16 anni ha catapultato le mie attenzioni e considerazioni da una meditazione interiore alla realtà esterna, frenetica e a tutti i suoi ostacoli. Finito il liceo non sapevo dove andare. Avevo già fatto diversi traslochi e non avevo ancora trovato un posto dove fermarmi. Scelsi la facoltà di storia e antropologia all'università, ma presto mi resi conto che non avrei avuto possibilità di studiare con costanza e ripiegai sull'Accademia di Belle Arti. I problemi non erano migliorati e mi ero talmente aggrappata alle poche soluzioni raggiunte che mi allontanavo dalla scoperta di qualsiasi novità. In questo periodo iniziai a lavorare come domestica nelle case di alcuni pazienti psichiatrici, la conoscenza delle loro personalità era tutto ciò che più permetteva di flettere la stasi di un tempo che si ripeteva e di uno spazio che tornavo a percorrere ogni giorno. Ho finito l'Accademia e da qualche tempo ho interrotto il mio lavoro... L'idea di condurre una vita sempre uguale mi spaventa, quindi sto ripartendo da zero, blocco tutto per riprendere respiro e scoprire come si è trasformata la mia propulsione creativa.
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- Elena – @e_ptrstfn